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"Credo che ci si debba avvicinare a questo libro di poesie, che sembra appartenere a un altro tempo rispetto alla nostra epoca rumorosa e feroce, più con ignoranza che non con sapere letterario. Eppure, sarebbe facile per chiunque abbia un orecchio del mestiere riconoscere le ascendenze, le fonti, i riferimenti libreschi, inevitabilmente e accuratamente presenti in un autore che, come Paolo Butti, ha fatto per una vita l'insegnante nelle scuole secondarie. [...] Facile ma anche sbagliato e inutile, perché la poesia di questo poeta-professore di Figline Valdarno appartiene [...] solo a lui stesso, si annida e risuona all'interno del suo microcosmo familiare, di un mondo strettamente privato quanto, nello stesso tempo, impersonale ed eterno."